CORSO “NUOVA SERIE ISO 8655-x:2022 – tarature e controlli micropipette e altri dosatori di volume”
ISO 8655 – Nuova edizione 2022 della serie di norme
Aggiornato al nuovo ISO/TR 20461:2023 per il calcolo dell’incertezza
Dal 23 settembre 2022 i laboratori che utilizzano micropipette a pistone, burette a pistone, dosatori, diluitori, siringhe di precisione devono applicare la nuova serie di norme (DIECI!) per tarature e controlli dei loro apparecchi. I cambiamenti apportati rispetto al passato sono notevoli, e i vecchi fogli di calcolo e procedure non sono più validi e aggiornati.
Per facilitare il passaggio ho quindi preparato questo corso di formazione, il primo che si svolge esclusivamente in FAD differita (non è prevista la consueta edizione “in diretta”). Il corso è già disponibile e fruibile dalla piattaforma e potete iscrivervi e seguirlo in qualsiasi momento vogliate, nell’arco di 24 ore dall’attivazione (sceglierete liberamente l’ora di attivazione più comoda, dopo l’iscrizione). MA SE VOLESSIMO FARE DELLE DOMANDE? Chi segue il corso può inserire le domande Qui sotto. Risponderemo a ogni dubbio dei partecipanti!
Come di consueto il corso è accompagnato da un foglio di calcolo, minuziosamente descritto e commentato, e da un esempio di procedura, liberamente adattabile e modificabile.
Per conformarsi alle norme, ma “semplificatamente”, a modo nostro.
NOVITA’! CORSO E MATERIALI AGGIORNATI AL NUOVO ISO/TR 20461:2023 PER IL CALCOLO DELL’INCERTEZZA, ANCHE CON APPROCCIO SEMPLIFICATO
Qui il link per richiedere l’iscrizione. Vedere anche nella sezione di acquisto dei corsi.
1) VERIFICA CARATTERISTICA BILANCIA: Mi puo’ fare un esempio pratico per verificare se la mia bilancia va bene?
2) INC. ESTESA BILANCIA: devo verificare quella riferita al valore nominale di taratura della micropipetta? La posso calcolare o devo tarare la mia bilancia a quel valore?
3) TARATURA Micropipetta: Tra una pesata e l’altra la bilancia va azzerata?
4) VERIFICHE INTERMEDIE: Criteri di accettazione?
GRAZIE!
Buonasera dottoressa, ecco le risposte
1) la bilancia va bene se ha le caratteristiche riportate nella ISO 8655-6 al punto 5.2 (per le pipette, nei punti analoghi per gli altri strumenti a pistone), in funzione del volume di taratura (quello della pipetta in taratura). Ad esempio, per una pipetta da 100 uL occorre una bilancia con risoluzione 0,01 mg (5a decimale), ripetibilità migliore di 0,025 mg (scarto tipo), incertezza estesa d’uso migliore di 0,05 mg, ai valori della pesata; per multicanale i criteri sono più lassi.
2) incertezza estesa d’uso ai valori di pesata effettivi (considerando il contenitore che raccoglie il liquido); può interpolare
3) non serve azzerare, è anche possibile registrare i pesi prima e dopo, ad ogni aggiunta (alla fine di una aggiunta, prima dell’aggiunta successiva)
4) i criteri di accettabilità per le verifiche intermedie sono gli stessi delle tarature, salvo diverse indicazioni applicabili (es. ISO 7218)
A seguito dell’acquisto di una micropipetta nuova, la stessa prima della sua messa in funzione in laboratorio deve essere TARATA o puo’ essere solamente VERIFICATA?
Mi puo’ fare un esempio pratico per il calcolo dei criteri di accettabilità quando non sono tabellati?
Grazie.
Buonasera dottoressa
La nuova micropipetta deve essere tarata, se non già tarata dal produttore e accompagnata da certificato di taratura.
Il criterio è ricavabile da una semplice proporzione tra il volume nominale e quello selezionato, con il rapporto applicato all’errore ammesso al volume nominale. Ad esempio, alla prima riga della tabella 1 della ISO 8655-2, l’errore sistematico massimo ammesso è del 2,5%, al 100% del volume nominale, tra 1 e 3 uL. Per una pipetta a volume variabile da 0,2 a 2 uL (quindi rientrante nei valori della prima riga, come sopra), al volume di 0,5 uL l’errore (non ricavabile dalla tabella, in quanto non corrispondente al 10, 50 o 100%) è pari a (2uL/0,5uL)x2,5%, ovvero al 10%. Si tratta dell’esempio riportato nella ISO 8655-2 al punto 9.6, pagina 6, in basso.
Buongiorno Dottor Tarditi,
la bilancia che utilizziamo ha un’incertezza estesa d’uso di 0,8 mg. E’ corretto considerare l’incertezza estesa di taratura calcolata in termini di linearità di risposta della bilancia al carico selezionato? In questo caso l’incertezza estesa di taratura è di 0,2 mg.
Buongiorno dottore
La serie di nonrme non indica le modalità specifiche per il calcolo dell’incertezza estesa d’uso della bilancia. Quindi qualsiasi approccio ragionevole alla stima può essere considerato valido, in linea di principio. Credo però che un approccio basato sulla sola stima della componente di linearità porti di fatto a una sottostima (a meno che non abbiate verificato che le altre componenti siano trascurabili). In ogni caso la ISO 8655-6 prevede che l’incertezza estesa d’uso sia al massimo un quarto dell’errore massimo sistematico consentito per lo strumento in taratura. Quindi la Sua bilancia dovrebbe poter essere utilizzata, in generale, per tarare strumenti con un errore massimo sisistematico consentito pari a 0,8 mg (ovviamente riferito al volume di taratura), sempre che la stima di incertezza da Lei suggerita sia congrua. Spero sia tutto chiaro.
Buongiorno,
vorrei sapere se è possibile avere la validazione del foglio di calcolo che gentilmente ci ha fornito. Grazie per la disponibilità.
Buongiorno dottoressa
Il foglio è validato al momento della sua realizzazione.
Per la validazione degli algoritmi più complessi nell’ambito dell’applicazione nel laboratorio (calcolo incerterzza, ad esempio) si possono utilizzare i dati di esempio presenti nelle norme citate nei vari passaggi del foglio.
Per quanto riguarda le formule “base” di Excel (deviazione standard, media, e simili) ritengo che, seppure ci siano ispettori con scarse competenze informatiche che continuano a “pretendere” la validazione anche per queste formule, non sia necessaria, ai sensi della stessa ISO 17025, oltre che del banale buon senso.
I commenti e le formule ampiamente presenti nel foglio consentono comunque di identificare i vari passaggi e i calcoli ad essi sottesi.
Spero di essere stato utilie.
COrdiali saluti
Gent.mo, nelle slides relative alla ISO 7218, precisamente quelle riportate alle pagine 25-26-27, si fa riferimento ai punti 6.5.1… e 6.5.2… che però nell’ultima versione della norma UNI EN ISO 7218:2013 con aggiornamento A1 (ed. agosto 2013 con correzioni del 23 aprile 2014) non sono riportati. Queste slides a quale versione della Norma fanno riferimento? Perché nell’ultima versione acquistabile sul sito UNI questi sotto paragrafi del 6.5 non sono presenti. Grazie
Buonasera dottoressa
Le tre diapositive che Lei indica sono tratte dalla bozza (DIS) della nuova edizione della ISO 7218, la cui entrata in vigore (con possibili ulteriori modifiche) è prevista per fine anno-inizio 2023, che sostituirà la precedente edizione 2007 e gli emendamenti 2013.
Buongiorno Dottore,
mi dica se ho capito bene, io posso secondo la 7218 in vigore, stabilire il mio criterio di accettabilità di taratura per una pipetta, utilizzata per l’inoculo del campione ed eventuali diluzioni, ad un valore del ±2% del volume dispensato. Quindi per un volume di 1000µl avrò una tolleranza che va da 980 a 1020 µl.
La Taratura la devo fare esternamente perché la mia bilancia ha solo 3 cifre decimali.
Se a seguito di taratura il centro LAT mi emette un certificato di taratura con un’ incertezza di 3,82 µl, posso considerare la mia pipetta conforme visto che è minore del 2%?
Oppure devo obbligatoriamente utilizzare i criteri di accettabilità della 8655 e calcolare mi tutti gli errori: errore massimo permesso sistematico, casuale ecc…
Grazie
Buongiorno dottoressa, esattamente.
L’indicazione della ISO 7218 è da considerare pertinente all’uso specifico e quindi prevale sulle indicazioni generiche della serie 8655 (nella quale si ammette esplicitamente la possibilità di applicare criteri diversi da quelli delle tabelle presenti ad esempio nella ISO 8655-2). La pipetta dell’esempio è da ritenere conforme per l’utilizzo in microbiologia.
Buongiorno. Riguardo alle verifiche intermedie le chiedo conferma di quanto ho capito: possono essere eseguite in modo gravimetrico semplificato secondo la ISO 8655-7, senza alcuna validazione della semplificazione adottata e non è necessario calcolare nuovamente l’incertezza di taratura. Questa semplificazione/deviazione può consistere, oltre che in una diminuzione nel numero di pesate (meno di 10), anche in un minor numero di volumi testati (uno solo anzichè 3 nelle microipipette a volume variabile )? Anche nell’eseguire la verifica in condizioni ambientali diverse rispetto a quelle previste da ISO 8655-6 (quindi, ad esempio, ad una temperatura diversa da 20+/- 3°C)? Sono comunque necessarie sempre le registrazioni delle condizioni ambientali di temperatura, umidità e pressione anche durante le verifiche?
La ringrazio.
buonasera dottoressa
la ISO 8655-7 prevede esplicitamente che per “routine testing” sia facoltativo stimare e riportare l’incertezza (vedere § 4.2) e che si possano ridurre i volumi a cui tarare, anche ad uno soltanto (§ 6.4.2), così come il numero di pesate (con un minimo di 4, vedere § 6.5). Non essendo presente nella serie 8655 un definizione di “routine test”, credo che possa essere il laboratorio stesso ad assimilare “verifica intermedia” e “routine test”. Ampie possibilità di variazione al metodo gravimetrico e fotometrico sono previste rispettivamente ai punti A2 e B2 della ISO 8655-7.
Riguardo alla eventuale necessità di validazione, la norma appare ambigua: al punto 4.1 prevede l’obbligo di validazione per “calibrations and testing” ma in un periodo che prevede come obbligatoria l’esecuzione di almeno 10 repliche. Subito dopo, però, come detto, prevede la possibilità di ridurre il numero di repliche delle pesate, per “routine test”, purchè l’incertezza così ottenuta sia comunque idonea per l’uso. Direi che se si dimostra l’idoneità dell’incertezza anche nel caso di numero ridotto di repliche, questa possa essere la “validazione”. Le registrazioni delle condizioni ambientali appaiono sempre necessarie (vedere § 6.3).
Buongiorno, mi ricollego alla sua risposta. Se nelle verifiche intermedie è facoltativo stimare l’incertezza, perchè dovrei “validare” il metodo semplificato con l’idoneità del’incertezza? Sto solo facendo un controllo che la micropipetta sia ancora in specifica e le norma non danno dei criteri di accettabilità dell’incertezza, ma solo di errore sistematico e casuale. Grazie ancora per la sua disponibilità
Buonasera dottoressa. Nella serie di norme sono presenti diverse autocontraddizioni. Per entrare nel merito , ci sono diversi modi per “stimare” l’incertezza, senza addentrarsi in calcoli complessi, ad esempio anche con la tabella A.1 della 8655-2 che riassume le fonti di errore possibili derivanti dalle micropipette, oppure con la “vecchia” formula (che nessuno ci vieta di usare, laddove non serve riferibilità metrologica) della “vecchia” 8655-2. Non sempre le validazioni (in generale) comportano la necessità di prove sperimentali.
Buonasera Dott. Tarditi,
mi dica se ho capito bene. La conferma metrologica, che comprende la taratura e le verifiche intermedie, deve essere effettuata almeno una volta all’anno. Quindi in via generale potrei effettuare una prima taratura, nel mio caso secondo la 8655-6, e successivamente eseguire solamente verifiche intermedie ogni 4 mesi, secondo quanto stabilito in seguito ad analisi di rischio.
buonasera dottoressa
se si fa riferimento alla serie ISO 8655, strettaemnte, sì
ma la serie ISO 8655 non è sempre obbligatoria (ad esempio la ISO 7218 non dice di utilizzarla, ma dice che si trovano informazioni su di essa)
la sua ipotesi di lavoro potrebbe essere valida, ovviamente va sostenuta; in una fase “interlocutoria” come quella attuale occorre anche vedere come si mettono le cose…
Buongiorno Dott. Tarditi,
ho altri due dubbi. Se dimostrassi che l’effetto dell’evaporazione è insignificante, potrei non considerarlo? Inoltre vorrei sapere se nel caso in cui volessi utilizzare il fattore z per il calcolo dei volumi, dovrei comunque essere in possesso di dati ambientali riferibili oppure potrei inserire nella valutazione dei rischi che questi sono ininfluenti e quindi non prenderli in considerazione.
Buongiorno dottoressa
Per il primo punto direi di sì.
Per i dati ambientali, se non entrano nel calcolo dell’incertezza e/o se portano effetti trascurabili, la riferibilità può essere considerata non necessaria.
Buongiorno, scusi per le innumerevoli domande. Nel caso in cui decida di utilizzare il fattore z per il calcolo del volume sia per le tarature che per le verifiche intermedie, potrei calcolare l’incertezza con la vecchia formula presente nella versione del 2002, dopo aver valutato che l’incertezza più alta sia per me accettabile?
Buongiorno dottoressa, nessun problema, rispondo sempre volentieri a domande su questioni di interesse generale. Al momento (per la precisione dal 1° gennaio 2023, secondo le ultime indicazioni Accredia, ma solo qualora NON si utilizzi il valore Z) la vecchia formula non è utilizzabile, se si vuole calcolare l’incertezza in modo rigoroso. Può semmai, come ho detto nel corso, essere utilizzata per verificare a grandi linee l’idoneità allo scopo di procedimenti alternativi, forse è proprio quello che serve nel Suo caso. aspettiamo comunque la nuova edizione del rapporto tecnico ISO e la 8655-10 definitiva per avere un quadro completo della situazione.
Buongiorno
Durante il corso mi sembra di aver sentito che poteva essere conveniente comprare una pipetta con relativa taratura certificata e limitarsi ai controlli di routine durante l’anno.
Però in ogni caso ogni anno devo ritarare la pipetta o non è necessario? basta eseguire le verifiche e programmare la taratura ogni tre anni?
Buongiorno, potrebbe essere un’opzione quella di comprare pipette già tarate e poi farle durare abbastanza da rendere più economico un nuovo acquisto che una taratura (di solito le tarature non eseguite dal produttore sono più costose, e lo saranno ancor più ora che sarà possibile la taratura “per lotti”, vedere 8655-7). In quel periodo potrebbe essere possibile limitarsi ai controlli intermedi. Alla base ci dovrà essere ovviamente un’analisi del rischio ben fatta.
Buongiorno,
avrei una domanda per quanto riguarda gli strumenti utilizzati per il controllo ambientale durante la taratura delle pipette.
Noi utilizziamo termometri certificati LAT che hanno le caratteristiche richieste dalla norma, mentre per quanto riguarda barometro e igrometro vengono utilizzati un barometro a mercurio e un igrometro a capello che non vengono tarati.
L’igrometro viene verificato internamente prima dell’uso con ambiente saturo di umidità, mentre il barometro è a mercurio e non viene tarato.
barometro ed igrometro devono essere tarati esternamente presso centro un centro LAT oppure è possibile tararli internamente? Ed eventualmente con che modalità?
Buongiorno, premesso che la sigla “LAT” non identifica necessariamente un laboratorio accreditato di taratura (è una sigla inserita nei certificati di accreditamento dei laboratori di taratura e che viene richiesto di inserire nei certificati di taratura da questi emessi, ma che non sostituisce nella funzione la vecchia sigla “SIT”, che aveva ben altra natura di significato), vado a rispondere.
A mio avviso la taratura riferibile (ed eventualmente accreditata) di barometri ed igrometri, e finanche lo stesso uso degli strumenti, potrebbe essere evitata sulla base di ragionevoli considerazioni sull’effettivo impatto delle grandezze misurate da questi strumenti sul bilnacio complessivo di incertezza. E’ infatti evidente che l’apporto di questi contributi è solitamente insignificante rispetto a tutti gli altri (come riportato nelle tabelle presenti nelle norme stesse, si veda ad esempio tab. A.1 della ISO 8655-2).
Corso ben strutturato esprime come sempre ottime capacità di sintesi ed elevata competenza sugli argomenti trattati.
Grazie mille Fiorella, gentilissima! Al prossimo corso!
Buongiorno Dott. Tarditi. Nel caso in cui volessi tarare una micropipetta a volume variabile a spostamento positivo di tipo D2, il cui volume nominale è 25µL, mentre il volume minimo utilizzato è 10µL, potrei utilizzare una bilancia con risoluzione pari a 0.01mg? Dalla tabella 1 paragrafo 5.2 UNI EN ISO 8655-6, mi sembra si faccia riferimento al solo volume nominale.
Vorrei sapere se ci sono accorgimenti o consigli nell’ambito delle tarature e dei controlli intermedi riguardo il prelievo di solventi (in particolare Esano e Diclorometano). Al momento eseguiamo i controlli con acqua demineralizzata milli-q, ma sicuramente si commettono degli errori che potremmo ridurre.
Grazie per ogni possibile consiglio.
Buongiorno dottoressa, ci sono indicazioni specifiche su come gestire l’aspetto delle tarature e controlli acnhe in caso di utilizzo delle apparecchiature per dosaggio di liquidi non acquosi, ad esempio in tab. A1, ISO 8655-2, § 6.6 e allegato F della ISO 8655-7. Gli errori se si utilizza acqua non sono, a detta delle norme, così significativi.
Buongiorno Dott. Tarditi. Provo ad inviarle nuovamente la domanda. Nel caso in cui volessi tarare una micropipetta a volume variabile a spostamento positivo di tipo D2, il cui volume nominale è 25µL, mentre il volume minimo utilizzato è 10µL, potrei utilizzare una bilancia con risoluzione pari a 0.01mg? Dalla tabella 1 paragrafo 5.2 UNI EN ISO 8655-6, mi sembra si faccia riferimento al solo volume nominale.
Buongiorno dottoressa, il riferimento è proprio al solo volume nominale.
Buongiorno Dott. Tarditi,
volevo chiederle un chiarimento sulla stima dell’incertezza di misura per quanto riguarda la taratura delle pipette (ISO 8655-2022). Nella nuova ISO infatti è stato eliminato l’ANNEX B che riportava la formula del calcolo dell’incertezza come:
u = |es| + 2sr
Quindi quale è adesso il calcolo che bisogna fare per ottenere l’incertezza?
Buongiorno dottoressa.
Come descritto nel corso, al momento si dovrebbe utilizzare il rapporto tecnico ISO TR 20461, la cui edizione del 2001 è però attualmente in fase di revisione (non è da escludere che “riprenda” la “vecchia” indicazione della formula semplificata, così come potrebbe farlo la ISO 8655-10 di prossima pubblicazione). In sostanza… molta incertezza, per ora.
Buongiorno Dott. Tarditi,
la norma richiede che gli strumenti utilizzati per la taratura siano in taratura riferibile valida. Interpreto quindi che la mia bilancia tarata esternamente LAT o internamente riferibile, verificata metrologicamente, come da procedura, prima di iniziare la taratura delle micropipette, sia conforme. Decade quindi il dogma che campeggiava sui fogli di calcolo di antica memoria ( e sussurrato da qualche ispettore anche in tempi recenti) secondo cui “al momento della taratura la bilancia deve essere campione primario, cioè non essere stata utilizzata per altre attività dal momento dell’ultima taratura” ? Noi abbiamo sempre ovviato con verifica metrologica della bilancia prima di iniziare le attività di taratura delle micropipette. nessuna osservazione è mai stata scritta. Grazie per la risposta
Buongiorno dottoressa, direi proprio di sì. Non sta scritto da nessuna parte che un campione primario non possa essere utilizzato per varie cose, ovviamente con le dovute cautele. Il discorso potrebbe stare in piedi (e ci sta, e ha senso) per quanto riguarda la caratterizzazione dei pesi di controllo dopo la taratura della bilancia. Se però si pretende di mettere in dubbio la conformità metrologica della bilancia nel caso dell’utilizzo per la taratura delle pipette si dovrebbe fare lo stesso per qualunque altro utilizzo della bilancia, e di conseguenza considerare non valido ogni risultato derivato dall’utilizzo di quest’ultima.
Buonasera Dott. Tarditi,
stiamo pensando di acquistare delle micropipette a spostamento positivo con volume variabile da 1 a 10µL e pensavamo di farle tarare presso un centro certificato una volta all’anno. Secondo lei è sufficiente questa verifica o sarà necessario effettuare comunque delle verifiche intermedie ad intervalli più ravvicinati?
Inoltre volevo chiederle se secondo lei è necessario tarare le microsiringhe elettroniche, noi possediamo una eVol XR della SGE Analytical Science. Grazie mille per la risposta
buonasera dottoressa
per stabilire se una verifica intermedia è necessaria, e con quale frequenza, nel caso, occorre valutare i rischi di deriva connessi all’uso
per quanto riguarda le siringhe elettroniche la taratura può essere necessaria (dipende dal tipo di utilizzo e dall’influsso sulla riferibilità delle misure) ma la serie ISO 8655 non tratta questo argomento (potrebbe comunque ùessere utilizzata per analogia, ritengo)
cordiali saluti
Buongiorno dr Tarditi,
avremmo una domanda in merito alla BILANCIA, nello specifico all’ERRORE MASSIMO SISTEMATICO PERMESSO.
Al paragrafo 5.2 si dice che l’incertezza di misura d’uso deve essere < 1/4 di questo errore.
Nella nota e della tabella 1 viene poi detto che questo criterio si applica alle pipette a singolo canale di volume nominale < 2 ul (come detto anche da lei durante il corso.)
La domanda quindi è:
1) il criterio suddetto si applica solo alle pipette con volume nominale < 2 uL, oppure è un criterio di carattere generale?
2) Questo errore massimo sistematico permesso della bilancia, corrisponde all'Errore di indicazione che si calcola quando si stima la linearità durante la taratura?
Grazie per il cortese riscontro.
Cordiali saluti
buonasera dottoressa
il criterio si applica solo nei casi indicati dalla nota
in generale gli errori a cui si fa riferimento corrispondono all’incertezza d’uso delle bilance utilizzate, comprendente tutte le componenti di influenza
cordiali saluti
Buona sera Dott. Tarditi,
Avrei pensato di impostare le verifiche intermedie delle pipette in questo modo “semplificato” entro i limiti concessi dalla ISO8655-7 :
Stesse condizioni ambientali della taratura e stesse registrazioni
2 volumi (nominale e 10%) ( è imposto almeno 1)
5 repliche per volume (sono imposte almeno 4)
Criterio di accettabilità : massimo errore permesso random e sistematico come da tabella. Se rientro la mia pipetta è metrologicamente confermata.
(U non la ricalcolo ma non ho ben capito se posso, …)
Frequenza ogni 3 mesi ( da modulare in base ad analisi dei rischi)
Le può sembrare un approccio ragionevole?
Come possiamo usare il foglio di calcolo fornito al corso anche per le verifiche intermedie su un numero ridotto di pesate?
La ringrazio per il gentile riscontro
Cordiali saluti
Buonasera dottoressa
L’approccio risponde correttamente alle prescrizioni della ISO 8655-7. L’incertezza non è richiesta, se non è richiesta la piena riferibilità delle misure. Il foglio di calcolo è in corso di modifica.
Buongiorno Dott. Tarditi,
volevo chiederle se il valore di 0.4 mg per l’incertezza estesa d’uso delle bilance va inteso come valore assoluto per tutto il campo di misura della bilancia o va relativizzato in base al livello di pesata oggetto di interesse (es. da 200 microlitri a 10 ml).
Buongiorno dottore
L’attuale edizione della ISO TR 20461, in corso di revisione, non fornisce indicazioni specifiche. In teoria sarebbe da utilizzare il valore specifico di incertezza per ciascuna singola misurazione. Ciò non è ragionevole, anche perché l’incertezza d’uso è pressoché costante nell’intervallo di misura della bilancia utilizzato, specialmente per piccoli volumi. Si può quindi ragionevolmente utilizzare un unico valore: ad esempio quello massimo, o uno di un valore prossimo a quello dell’intervallo utilizzato.
Buongiorno dottore,
avrei delle domande da porle:
1) nel foglio di calcolo, in corrispondenza delle celle I85 e I86 (media masse), a cosa fanno riferimento e a cosa servono?
2)Le celle da F61 a F63 a quale termometro fanno riferimento? (liquido o per l’aria).
3) Nella sezione “Dati accessori” in corrispondenza delle colonne “S” e “T” quei numeri a cosa fanno riferimento? (0,2; 10,1; 1000,1;…)
4)Il criterio di confronto si utilizza solo per le pipette a volume fisso o anche per quelle a volume variabile?
5) Per il calcolo dell’incertezza dobbiamo usare la ISO TR 20461 o la guida euramet cg 19? Nel foglio di calcolo da Lei rilasciato ci sono entrambe, mi chiedevo se ne bastava solo una e quale scegliere?
6) Nel secondo foglio del calcolo ci sono dei numeri, a cosa fanno riferimento?
La ringrazio per il gentile riscontro
Cordiali saluti
Buonasera dottoressa
I85 è la media delle pesate progressivamente effettuate (a ogni aggiunta di liquido di taratura). I86 è la relativa descrizione.
La norma non precisa a quale delle due temperature fare riferimento, se i valori si scostano tra loro (di quanto ammesso). Se utilizza due termometri diversi può inserire l’incertezza peggiore.
I dati delle colonne S e T servono per il funzionamento del foglio.
Il criterio di confronto si utilizza per tutte le tarature.
La ISO TR 20461 è appena stata revisionata. Per questo ho inserito anche le formule secondo Euramet CG19, in attesa della revisione aggiornata dell’ ISO TR 202461, che è stata allineata alle indicazioni Euramet (che sono citate in bibliografia). Appena possibile provvederò a revisionare il foglio e realizzare un’integrazione al corso 8655 che spieghi le indicazioni ISO TR 20461.
I numeri del secondo foglio sono per uso interno al foglio.
Buon lavoro
Buongiorno Dottore avrei delle domande da porle:
1) è obbligatoria la taratura a 3 punti per le pipette, burette e dosatori volumetrici?
Nel caso di un dosatore di volume che viene utilizzato soltanto in un range ristretto del proprio campo di misura, si ritiene sufficiente la taratura su due punti, agli estremi dell’intervallo individuato?
2)è obbligatorio tenere conto della pressione ed umidità relativa?
3) per le verifiche intermedie attualmente per ogni pipetta in uso, si esegue mensilmente una singola pesata di un volume di acqua MilliQ in corrispondenza di due livelli di taratura (volume min e max) e si compila la carta di controllo. Mentre per i dosatori stessa cosa ma ad intervallo trimestrale. Va bene questa modalità di procedura?
4) La temperatura durante la taratura deve essere 20°C +/-3°C?
Buongiorno dottoressa, ecco le risposte
1) in base alle indicazioni della ISO 8655-7, è possibile semplificare in base alle effettive esigenze ogni aspetto delle procedure delle altre norme della serie.
2) obbligatorio tenere conto dei fattori influenti; tenerne conto significa anche valutare se, per gli usi previsti, il loro influsso è trascurabile (come in effetti è per usi di laboratorio chimico e microbiologico, si può dimostrare simulando condizioni diverse con il foglio di calcolo).
3) le frequenze ipotizzate sono conformi, considerando quanto indicato dalla ISO 8655-7.
4) anche per la temperatura si può derogare, come previsto da ISO 8655-7, purchè la variazione sia registrata; l’ideale sarebbe comunque usare una temperatura prossima a quelle di effettivo utilizzo degli apparecchi.
Buon lavoro, cordiali saluti.
La ringrazio,
cordiali saluti
Buongiorno. Io ho seguito il corso a ottobre e sono rimasta alla revisione 3 del foglio di calcolo . E’ ancora questa, giusto? In attesa di un aggiornamento sulla base della nuova ISO/TR 20641
Buonasera dottoressa, stiamo lavorando a una nuova revisione del foglio di calcolo, allineato all’ISO TR 20461. Avviseremo capillarmente i laboratori che hanno seguito il corso sulla serie ISO 8655.
Gentile Dottore, ho dei dubbi in merito alle tabelle da seguire per l’errore max permesso.
In laboratorio impieghiamo pipette a Volume fisso (100 microl e 1000 micrl) con relativi puntali x inoculi e diluizioni (Microbiologia)
Sono delle pipette di tipo A a sopstamento d’aria?
Quindi per i requisiti dovrei considerare la Tabella 1 della ISO 8655-2
Le pipette D2 a cui fa riferimento la tab 3 a cosa si riferiscono?
Se prendo in esame la Tab 1 per entrambi le pipette devo considerare
errore sistematico 0.8 ed errore casuale 0.3
Ed infatti nel foglio di calcolo per entrambi le pipette mi considerano gli stessi errori. E’ corretto?
Inoltre il 2% di tolleranza definito nella 7218 concide con l’errore max permesso ?
Ringraziandola per la chiarezza di esposizione del corso, attendo sue notizie.
Grazie
buonasera dottoressa
le pipette a pisto usate in microbiologia sono tipicamente a spostamento d’aria
per i requisiti si può fare riferimento alle norme specifiche della microbiologia (ISO 7218 e quelle sulle diluizioni ISO 6887) che ammettono tolleranze molto ampie sul dosaggio delle sospensioni diluiti, molto più ampie di quelle della ISO 8655-2, proprio il 2% al quale fa riferimento
la descrizione dei diversi tipi di pipetta si trova al punto 6.1 della ISO 8655-2
grazie per aver apprezzato il corso!
Gentile Dottore, mi sto trovando in difficoltà con alcune valutazioni e le sarei tanto grata se potesse farmi chiarezza.
Io ho necessità di tarare una pipetta a 100 microl e a 1000 microl che impiego solo per inoculo in microbiolgia
La mia bilancia ha 4 cifre decimali ed un’incertezza estesa di 0.3 mg
E’ sufficiente considerare solo l’incertezza estesa?
Posso utilizzare la 7218 e stabilire il mio criterio di accettabilità come segue
L’incertezza della bilancia deve essere min o uguiale ad 1/4 dell’errore max permesso che corrisponde al ±2% del volume dispensato
Quindi per un volume di 100µl avrò una tolleranza di 2 micrl e l’incertezza della bilancia deve essere < di 0.5 microl o 0.5 mg
Attendo un vostro chiarimento
Grazie per la disponibiltà
Buongiorno Dott. Tarditi.
Nell’applicare il Vs. foglio di calcolo per la taratura degli apparecchi da dosaggio volumetrico a pistone, non riesco a trovare la fonte del valore “3 x 10-4 per la plastica” del coefficiente di dilatazione termica per le micropipette. Potrebbe cortesemente indicarmela?
Grazie.
Buongiorno Dott. Tarditi.
Non mi è chiaro perché nel calcolo dell’incertezza tipo della densità dell’aria sono stati presi i valori massimi ammessi per l’incertezza e la divisione del termometro da utilizzare e non quelli del certificato del termometro effettivamente utilizzato.
Grazie.
Buongiorno dottore, viene seguito un approccio prudenziale, che evita di dover ricalcolare a ogni taratura dei primari i valori da inserire. Spesso capita di dimenticare di sostituire i valori, con problemi conseguenti. In ogni caso si tratta di contributi trascurabili, per gli usi normali delle pipette in chimica e microbioogia, a meno di usare termometri centesimali per ridurre l’incertezza.
Buon giorno Dottore,
attualmente la nostra procedura prevede la taratura ISO riferibile ogni 6 mesi, con verifica “AS FOUND” e “AS LEFT”. Vorremmo ampliare l’accettabilità dei limiti “AS FOUND” basandoci sulla ISO 7218 (2% per 1000 uL). La nostra intenzione è quella di estendere questo errore a tutti i livelli di volume ricalcolandoli come segue:
ISO 8655 vol. 1000 uL err.sistematico 1.2%
vol. 500 uL err.sistematico 1.2%
vol. 10 uL err.sistematico 2%
ISO 7218 vol. 1000 uL err.sistematico 2%
vol. 500 uL err.sistematico 2%
vol. 10 uL err.sistematico 3.33%
Vorrei sapere se questo ragionamento è valido.
Buongiorno dottoressa, non ho elementi per pronunciarmi sulla frequenza scelta, che dipende da molti fattori. Per quanto riguarda i valori massimi scelti, questi dovrebbero essere quelli indicati dalle norme, a meno che valutazioni interne al laboratorio, basata sull’uso previsto degli strumenti, non portino a considerare accettabili valori più alti.
La ringrazio. Esiste una norma di riferimento per quanto riguarda i laboratori chimici? Grazie ancora
Salve dott. Tarditi,
le volevo chiedere un consiglio sulla scelta dell’errore massimo ammesso (casuale e sistematico), da utilizzare per un dispenser a singolo dosaggio a volume variabile. Nel caso specifico, il dispenser è tenuto fisso a 15 ml, ma può dosare fino a 25 ml. Tenendolo fisso a quel volume, è stato scelto di utilizzare gli errori massimi come se fosse al 100% del dosaggio.
Le volevo chiedere se ritiene la scelta valida, o se ritiene meglio calcolare gli errori seguendo la formula della ISO 8655-5, come se fosse al 60 % del dosaggio.
Buonasera dottore
Può rifarsi a quanto riportato al punto 6.2 della ISO 8655-5 (formula 1). Considerato che l’errore massimo tabulato è espresso in percentuale, si vede che di fatto l’errore massimo assoluto, numerico (in mL), è sempre lo stesso (nel vostro caso, ad esempio, 0,6 mL sia su 10 che su 50 che su 100 mL.
Buongiorno Dottor Tarditi.
Con riferimento alla ISO 8655-10:2024, ho inteso che i routine tests dovrebbero essere fatti dagli operatori del Laboratorio (e non ad esempio da un centro LAT) impiegando, nel caso di applicazione di metodi gravimetrici, una bilancia con le stesse prestazioni richieste per l’esecuzione delle tarature (come indicate nella ISO 8655:6 e nella ISO 8655-7 tabella A.1): è proprio così?
La norma ISO 8655-10:2024 richiede inoltre (par. 6.3) di effettuare la conferma metrologica con frequenza annuale attraverso tarature oppure verifiche (testing) e poi indica anche la necessità di eseguire degli ulteriori “routine tests”, ma la frequenza di questi è solo suggerita come inferiore a 1 volta ogni 12 mesi ed è invece riportato che deve essere basata su analisi del rischio e che può dipendere dai requisiti del singolo laboratorio. Se il Laboratorio esegue ogni anno la conferma metrologica attraverso tarature o verifiche effettate da un centro LAT (perché ad esempio non dispone di una bilancia con le prestazioni richieste dalla ISO 8655:6 e dalla ISO 8655-7 tabella A.1), è sempre obbligato ad eseguire anche i routine tests oppure può essere considerato accettabile il non eseguirli, a fronte di una analisi del rischio basata su valutazioni (eventualmente anche solo qualitative) relative all’impatto sui risultati delle analisi dell’utilizzo di volumi di liquido non corretti ed alla sua probabilità di accadimento?
Grazie.
Buongiorno dottoressa, sono d’accordo.
Inoltre possiamo sempre considerare le indicazioni (es. ISO 7218 per microbiologia) sulle tolleranze ammissibili per gli specifici casi. Se la tolleranza nel dosaggio è del 2%, ad esempio, è inutile spaccare il capello sulla precisione dei dosatori.
Buongiorno Dottor Tarditi.
Il merito alla qualifica e la verifica della competenza degli operatori richiesta dalla ISO 8655-10:2024, le chiedo se ritiene che possa essere considerato accettabile per un Laboratorio il fatto di non qualificare e dimostrare la competenza degli operatori nell’uso delle micropipette attraverso prove pratiche eseguite con le procedure descritte in ISO 8655-6 o in ISO 8655-7 o in ISO 8655-8 (come indicato dal paragrafo 5.2 della ISO 8655-10), a fronte di una analisi del rischio che dimostri la bassa probabilità di incorrere in errori di utilizzo delle micropipette dovuti ad incompetenza del personale, considerando che si tratta di personale qualificato da diversi anni per l’esecuzione delle prove per le quali impiega le micropipette e che sono eseguite, per ogni metodo, analisi di campioni di controllo ad ogni seduta analitica e diverse prove di verifica della competenza nell’esecuzione dei metodi nel corso dell’anno (prove di ripetibilità, prove di recupero, partecipazione a circuiti). Queste analisi e prove dimostrano infatti, per quanto talvolta indirettamente, anche la competenza nel corretto uso delle micropipette in funzione dei metodi per i quali sono impiegate.
Grazie.
Buongiorno dottoressa
Direi che è una buona idea, gli approcci indiretti, “della bicicletta”, sono sempre validi (cose che si sanno fare non si dimenticano facilmente, e se tutto va bene vuol dire che si rimane capaci).
Buon lavoro