VALIDAZIONE DEI METODI: LE ULTIME NOVITA’ EURACHEM
Le guide FPAM (Fitness for Purpose of Analytical Methods) 2025 e VaMPIS (Validation of Methods that Include Sampling) 2024
Alla Eurachem non stanno mai fermi… Ultime novità sulla validazione
Quante sono le guide Eurachem che trattano di validazione, verifica prestazionale, incertezza, e dintorni? Abbiamo perso il conto!
Comunque, negli ultimi mesi, ce ne sono due in più: la “VaMPIS” (ovvero “Validation of Measurement Procedures that Include Sampling”), pubblicata a dicembre 2024, e la “FPAM” (che sta per “Fitness for Purpose of Analytical Methods”), nella sua terza edizione, pubblicata nel febbraio del 2025.
Una fatica star dietro a tutte queste novità, anche per noi per realizzare e presentare i nostri corsi!
Vediamo di che si tratta: come detto, per quanto riguarda la FPAM, si tratta di una riedizione, abbastanza ricca di modifiche. Resta il concetto molto darwinistico della “idoneità allo scopo”, da tenere presente quando si validano i metodi analitici (ma anche quando si verifica la propria capacità di applicarli correttamente), e spuntano qua e là nuove indicazioni: una maggiore attenzione al campionamento, alla sua importanza, a come affrontare le questioni quando il processo analitico lo comprende, un procedimento semplice per validare o verificare metodi basati su kit (sempre più di interesse, si pensi a quanto riguarda le analisi di allergeni, quelle rapide in campo e non sulle acque, la biologia molecolare e molto altro), oltre ad approcci modificati in maggiore o minore misura relativi alla selettività e sensibilità, alla retta, pardon, “funzione” di taratura, alla stima del bias.
Scompare invece tutto ciò che riguarda le analisi qualitative: tanto c’è una guida apposta, un’altra…
E la “VaMPIS”, una sigla a metà tra Theda Bara e Nosferatu? Un’altra guida, che dovrebbe trattare di validazione dei metodi che comprendono il campionamento ma che affronta globalmente tutto ciò che con il campionamento ha a che fare (inclusa incertezza – ma solo un po’, c’è un’altra guida ancora – monitoraggio delle competenze, pianificazione, procedure, registrazioni, gestione dei campioni, assicurazione qualità – e forse su questo punto andando in direzione opposta rispetto alle indicazioni del recente RT 39 Accredia, del quale parliamo qui). Una guida completata da un paio di esempi pratici, uno dei quali riciclato per l’ennesima volta, più di “Una poltrona per due” in TV a Natale.
Nell’insieme le due guide sono interessanti: contengono alcuni spunti utili e talvolta smentiscono vecchi luoghi comuni (“avete fatto le dieci ripetizioni?”, oppure “non avete verificato 2U>r!”, tanto di moda nel mondo dell’accreditamento, così come R > 0,99 e altre facezie analoghe). Bene anche l’incertezza “target” (strumento utile per smontare altri miti e narrazioni farlocche), meno bene quella “ottimizzata” (puzza troppo di analisi dei rischi 3×2 per poterci piacere).
Se siete alla ricerca del “metodo più adatto” non potete fare a meno di entrambe!
E, visto che sono interessanti ma, purtroppo, scritte in inglese e costellate di formule misteriose, ostiche anche per noi, abbiamo deciso di proporre un corso, l’ennesimo, su questa bella coppia di documenti. Per capirne di più noi per primi e per rendere più facile il recepimento da parte dei laboratori che ci seguono.
Se non avete voglia di seguire il corso, comunque, un’occhiata alle due guide è senz’altro consigliabile.