CORSO INCERTEZZA IN MICROBIOLOGIA
Incertezza di misura nell’analisi microbiologica degli alimenti e delle acque
Il corso si è tenuto in tre successive edizioni in presenza
- a Palermo il 15 gennaio 2020
- a Calenzano (FI) il 24 gennaio 2020
- a Telese Terme (BN) il 19 febbraio 2020
con la partecipazione complessiva di circa 100 corsisti.
Il prossimo 3 e 10 dicembre 2021 la prima edizione online (iscrizioni chiuse).
I corsisti hanno ricevuto, oltre all’attestato e alla presentazione Power Point, il foglio di calcolo aggiornato all’edizione attuale della norma e la procedura da personalizzare.
Non siete stati tra i fortunati partecipanti?
Non c’è problema: è possibile richiedere di visualizzare la registrazione del corso, ottenendo l’attestato e il materiale didattico. Sotto i link per richiedere l’iscrizione. Vedere anche nella sezione di acquisto dei corsi.
Buongiorno Dott Tarditi ho partecipato al suo corso circa l’applicazione della la ISO 19036 ultima revisione, a tal fine le chiedo gentilmente una considerazione: la nuova ISO può essere applicata anche alle prove di biologia molecolare in tecnica di Real Time ?
Ringrazio anticipatamente Marco Imberciadori
Buongiorno dottore, grazie per la domanda
è necessario interpretare il testo della norma, per arrivare ad una risposta soddisfacente. La norma, come è noto, tratta della “microbiologia della catena alimentare“, ed è applicabile all’analisi quantitativa di prodotti alimentare per consumo umano o animale e di campioni ambientali connessi, “di solito effettuata attraverso l’enumerazione di microrganismi mediante una tecnica di conteggio delle colonie“.
Nell’introduzione è specificato che “La norma è anche generalmente applicabile ad altre analisi quantitative, tra le quali … metodi molecolari, come metodi basati sulla reazione quantitativa a catena della polimerasi (qPCR)”.
La trattazione e gli esempi sono evidentemente centrati sulla microbiologia “classica”. E’ comunque possibile utilizzare l’approccio ISO 19036 anche per altre analisi microbiologiche della filiera alimentare, come dichiara la norma stessa. Certamente ci vuole una certa cautela nel trasferire l’approccio. Ad esempio non dovrebbero esserci particolari difficoltà per utilizzare l’approccio ISO 19036 laddove la PCR viene utilizzata solo per fasi di conferma. Sicuramente occorre considerare con molta attenzione i casi in cui la determinazione quantitativa della contaminazione microbica è basata esclusivamente su tecnica PCR.
ringrazio
Buongiorno Dott. Tarditi,
Le chiedo un chiarimento riguardo i metodi di prova che consentono la semina del campione su tre piastre da 90mm sommando successivamente tutte le colonie come fosse un’unica piastra.
È corretto considerare che tale “unica piastra” corrisponda ad una Petri da 156mm e di conseguenza, secondo le proporzioni dettate dalla ISO 7218, un limite di 954 ufc?
Come vanno calcolati i limiti fiduciali di tale valore?
Buongiorno dottore, il tema è interessante.
Le tre piastre dalla stessa diluizione vanno considerando come un unico supporto . Il valore nominale del massimo numero di colonie conteggiabili è in questo caso pari a 900 (300 x 3), “estensibile”, secondo le indicazioni del punto 10.3.2.5.1 e relativi esempi della ISO 7218 “vecchia” versione (ci vedremo per il corso su quella “nuova” di imminente pubblicazione…), fino al limite fiduciale superiore corrispondente, ovvero 960 (900 + 2 x radice quadrata di 900). Come ha ricavato il valore 954?
Ho moltiplicato per 3 l’area di una Petri da 90mm (ricavando la corrispondenza ad una piastra unica ipotetica di 156mm) e da qui applicato il criterio del limite delle 0,5 colonie per cmq indicato nella 7218.
Chiedo scusa, ho digitato per errore uno “0, “in più: non 0,5 ufc/cmq ma 5 ufc/cmq.
È un indice che ho ricavato mettendo a rapporto i limiti di conta dichiarati rispetto alle dimensioni (in area) delle Petri da 90 e 140 mm indicate nell’esempio della 7218 (par. 10.3.2.1.1).
Nello stesso paragrafo è indicato che “se vengono utilizzate piastre di dimensioni diverse, rispetto agli esempi indicati, il limite di conta va ricavato facendo una proporzione.
Mi chiedo se “la proporzione” che ho ricavato sopra sia corretta o meno così come l’arrotondamento che ho applicato (sarebbe un 4,7 in realtà…)
Come detto, ritengo più corretto applicare la proporzione al numero di piastre, in questo caso.
Applicando il criterio limite per la piastra da 90 mm, ovvero 300, moltiplicato per 3, si ottiene più semplicemente 900.
La ringrazio. Rimane comunque un caso particolare in quanto formalmente se in una delle tre piastre dovessi rilevare 290 colonie e in un’altra 340 dovrei teoricamente scartare la seconda iniziando poi a calcolare i conteggi secondo le parti di volume di campione effettivamente considerate.
Ma a questo punto si uscirebbe dal concetto di “piastra unica” (che dovrebbe, appunto, legarsi anche all’idea di “volume unico seminato”).
SIcuramente! Non diciamolo però a quelli dell’ISO, se no ci fanno su un’appendice di almeno quattro pagine su come calcolare il limite di conteggio per n piastre di varie dimensioni, includendo considerazioni sui limiti fiduciali composti e sulla probabilità di diversa distribuzione nelle n piastre..! Si dedicano già abbastanza alla masturbazione cerebrale, senza bisogno che li sollecitiamo ulteriormente 😀
Aggiungerei un bel “traduciamo il tutto in italiano” e possiamo lanciarci a braccia aperte da un dirupo.
Buongiorno, se mi permette vorrei farle questa domanda: coliformi e E.Coli in acqua (ISO 9108-1), lettura, conferma delle colonie tipiche e atipiche (10 x piastra) solo x coliformi. Come calcolare il limite fiduciale dei coliformi (confermate + e.coli)??? Quale norma utilizzare??
Grazie
P. C.
buongiorno dottoressa, se si utilizza la formula dei limiti fiduciali si fa riferimento al numero complessivo di colonie (coli confermati + E.coli)
sarebbe in teoria necessario aggiungere la componente di conferma
Salve,
abbiamo un dubbio, per il calcolo dell’incertezza nella ricerca quantitativa delle aflatossine M 1 nel latte tramite metodo Elisa, ISO 14675:2003, è adeguato seguire la ISO 19036, che si riferisce soprattutto alla microbiologia?
Buonasera, i metodi ELISA sono di fatto metodi chimici, non è quindi possibile utilizzare l’approccio ISO 19036.
Buongiorno, vi contatto per un confronto. Non mi pare l’argomento sia già stato affrontato nelle discussioni. L’argomento è calcolo incertezza per le prove micro in acqua. Avevo capito che per la determinazione del dato non era opportuno contaminare i campioni e che quindi se con i dati reali non riesco ad ottenere l’incertezza, posso dichiarare di utilizzare l’intervallo di confidenza. L’ispettore accredia mi ha detto invece che ho capito male, che posso contaminare i campioni e calcolarmi così questa benedetta incertezza che, per inciso, non indichiamo mai nei report……. Abbiamo capito male?
Questa cosa ha mandato in crisi me e le mie colleghe….. stiamo infatti valutando se fare le prove oppure utilizzare i dati prestazionali del metodo (ad esempio per legionella) confrontandomi con il limite di ripetibilità e riproducibilità lì indicato e se rientriamo in quei valori prendere quelli come riferimento…. cosa dite?
Buongiorno dottoressa. La ISO 8199 prevede esplicitamente di utilizzare l’intervallo di confidenza in assenza di dati sperimentali. La ISO 29201 prevede di non effettuare attività sperimentale quando i contributi da distribuzione o da conferma sono nettamente superiori a quelli operativi. Per quanto riguarda Legionella la conferma è la componente più rilevante, seguita dalla distribuzione (vedere § 7.5 della 29201). L’incertezza per Legionella non è considerata rilevante, anche ai sensi dele Linee Guida 2015. Questi ultras della 29201 continuano ad arrampicarsi sugli specchi, pur di vendere consulenze e corsi sulla 29201, o forse solo per infastidire il prossimo…